domenica 21 giugno 2015

IL RICHIAMO

“Lucciola lucciola vien da me
Ti darò il pan del re
Il pan del re e della regina
Lucciola lucciola t’avvicina!”
                                                                                                                                           
ALLA RICERCA DEL COPIONE DELLA NOSTRA RECITA

Tutti cercano lavoro!
Anche il mio cervello protesta perché non lo fo lavorare abbastanza e mi invita ad approfittare dei nuovi incentivi dell’attuale governo per incaricarlo di nuove e più consistenti mansioni. E minaccia pure lo sciopero caporale, colonnello e perfino generale!  
In questo ultimo caso però credo che si verificherà un evento nuovo e forse prezioso. Il silenzio assoluto del cervello e della parola potrà permettere di capire ciò che la parola non può dire e questa condizione sarà una grande opportunità per allargare l’orizzonte della mia e della nostra conoscenza. Proiettando come reale questa eventualità la visione si presenta meravigliosamente disponibile ad ogni progetto libero da ogni restrizione di logica e di coerenza.                                     
Lo sguardo si lascia accarezzare da un’estetica nuova dove i bisogni e il piacere non dipendono da necessità suggerite da convenzioni sociali che sono solo il prodotto di un modo molto discutibile di usare   il   cervello  e  la  ragione  ma,  dopo  aver provveduto alle necessità elementari per il sostentamento, il piacere diventa di natura diversa e l’estetica indispensabile.    
E’ possibile immaginare una nuova società dove il cibo e i prodotti necessari per vivere saranno limitati e usati soltanto per i veri bisogni. La gioia e il benessere potranno essere ottenuti coltivando la curiosità e la conoscenza per motivare così la nostra partecipazione di attori nel grande spettacolo della vita. Supportati da una tecnologia ereditata dal passato, i robot e le macchine provvederanno alla produzione del cibo e degli strumenti occorrenti alla vita dell’uomo, che potrà dedicarsi soprattutto all’attività più desiderata per capire e partecipare attivamente alle azioni espresse dalla vita.
Allora, dopo aver dormito otto ore e fatto colazione, si presenta perentoria la domanda: cosa devo e posso fare?  La prima cosa necessaria per capire è una ricognizione per individuare e valutare i mezzi che partecipano e sono disponibili: il cervello non riesce a comprendere ma la mente avverte e osserva il cuore e l’amore unisce alla vita tutta. Si potrebbe così ritrovare la pace ma il cervello non accetta la mancanza di uno scopo e la nostra condizione nel tempo non può subire la sofferenza senza un motivo. Soltanto la sopravvivenza oltre la morte può permettere una condizione senza tempo che annulla l’idea di uno scopo futuro. Tuttavia la trasformazione relativa alla morte non significa sopravvivenza della forma vissuta nel tempo ma la possibile identificazione col centro della vita. La considerazione di tale evento non può essere sperimentata dalla logica mentale ma vissuta soltanto in una sorta di amore trascendente che si rende disponibile a coinvolgere e unire tutte le forme della vita.
Queste elucubrazioni possono apparire cervellotiche e assurde e ciò nonostante si possono esprimere e comprendere nell’esperienza possibile in assenza dello scorrere del tempo ottenibile con la cessazione del forsennato turbinio della mente che ne determina l’origine.  
Allora lo scorrere del tempo espresso dalle parole e dalle idee, può assumere un aspetto insolito generato da una silente sospensione che rivela un modo diverso di guardare ed esprimere la vita, apparentemente fuori di noi ma in verità tutta compresa dentro di noi. Le singole parti sono tutte connesse dal legame d’amore e tutto il passato e il futuro implicito immersi in una condizione estatica possono convivere e far conoscere la vera natura della morte.
Quando guardiamo un paesaggio che appare bello e piacevole, spesso non ci rendiamo conto che stiamo osservando un cimitero immenso che raccoglie una grande quantità di forme di vita, morte e trasformate in nuove forme animali vegetali e minerali. Insomma un grande cumulo funerario dove piangere le forme amiche che hanno cessato di vivere e imparare ad amare le nuove forme che come l’araba fenice rinascono dalle ceneri delle forme morte. Dolore e gioia convivono e generano lo scorrere del tempo. Quando riusciamo ad unire le due parti opposte otteniamo la condizione della forma  ermafrodita che annulla il tempo e genera un’esperienza estatica priva di gioia e di dolore. Se poi volessimo dare una ragione e una motivazione ad un modo di vivere una vita così espressa la cosa non appare sensata e soprattutto risulta incapace di fornire l’entusiasmo di vivere.

A volte accade, tuttavia 
Che un getto di energia impetuoso 
Scateni un desiderio incontenibile                  
Di una vita destinata ad essere vissuta
In maniera consapevole 
Dove le cose accadono per soddisfare 
Il bisogno di avventura e la gioia di vivere                                           
Così parteciperemo al progetto                                                                                                         
Che tutto e tutti coinvolge
Fino a quando il tempo cesserà il suo corso
Con la morte della nostra forma coinvolta
Tutte queste considerazioni
Per rendere le cose della vita
Ragionevoli, accessibili e accettabili
Hanno però un vizio  di origine                 
Devastante.
Desiderando tutto ricondurre  
Alla nostra dimensione particolare
Finiscono per ridurre il senso della vita
Rinunciando così alla nostra consapevole
Introduzione nel panorama generale
Ciò che occorre, forse                                                        
Sarà superare la nostra condizione marginale                         
Assumendo i modi necessari
Per avere accesso                                                                                          
Alle vere ragioni della vita
Questo sì che è un progetto appetibile
Per la nostra aspirazione
Ad una avventura assoluta
                                                                                                                    
Il viaggio può iniziare!

CAPIRE LO SCOPO


La cosa che soprattutto desideriamo è conoscere il senso della nostra vita e lo scopo che la rappresentazione dello spettacolo da noi recitato si prefigge. In assenza di tempo lo scopo non può esistere ma non viviamo in una dimensione spazio-temporale e le nostre azioni hanno bisogno di essere motivate.
A questo punto si insinua il sospetto per niente gradevole che la nostra funzione sia usata strumentalmente come la società umana usa le macchine per sostituire il lavoro faticoso dell’uomo.     Non ci sarebbe motivo di stupirsi se le macchine, dopo essersi dotate di una possibilità di giudizio, si ribellassero e minacciassero anche loro lo sciopero generale! 
Ma noi siamo affezionati alla vita e ci accontenteremmo anche solo di conoscere cosa stiamo facendo per recitare con più convinzione.

L’AVVENTURA DI UNA CELLULA

Non sappiamo quasi niente delle forme della vita che insieme a noi convivono ma normalmente le consideriamo inferiori perché si pensa non dispongano del libero arbitrio. Tuttavia una cosa sembra certa: queste forme consciamente o no eseguono come noi la loro parte al servizio dell’energia che le ha create.
Adesso supponiamo che una cellula del nostro corpo, impressionata dalla prevaricazione e prepotenza esercitata dall’organo e dall’uomo di cui è piccola parte, desideri partecipare consapevolmente allo spettacolo che interpreta e riesca ad identificarsi con la coscienza dello stesso uomo.
La cellula, effettuato questo processo evolutivo, si ritroverebbe a vivere la propria morte-trasformazione senza soffrire proprio come l’uomo stesso di cui fa parte.  La  stessa   cosa   potrebbe  succedere  a  noi  se  riuscissimo  a trasferirci   nella   consapevolezza  del  sistema  solare  o  della galassia di appartenenza.  L’evento potrebbe apparire come la prima tappa verso la identificazione con l’energia creatrice.
                                                                                    
VERO DIO E VERO UOMO

Coltivando  la  separazione  delle  singole  espressioni  con cui la vita si manifesta, abbiamo  creato  la  nostra  dimensione spazio temporale nella quale distinguiamo  
Bello e brutto                                                                                                   
Buono e cattivo                                                                
Gioia e dolore
Passato e futuro 
Dio e Diavolo…. 
Il fenomeno evoca ovviamente il biblico episodio dell'albero del bene e del male in cui Adamo mangia il frutto offerto da Eva istigata a sua volta dal serpente con la lingua biforcuta. Se riusciamo a congiungere gli opposti possiamo recuperare la dimensione senza tempo dell’energia da cui proveniamo. Il legame che può riunire gli opposti e realizzare questo evento può essere identificato nella misteriosa gravitazione universale   che alcuni chiamano  anche AMORE (Che move il sole e l’altre stelle) Quando riusciremo a compiere questa trasformazione credo che potremo acquisire la condizione divina che permette di creare il mondo che viviamo. Va da sé che il progetto si presenta come molto ambizioso e irreale, tuttavia sono convinto che tutto ciò corrisponda alla corretta interpretazione del copione a noi affidato dall'autore.

Esiste un’altra possibilità: non c’è copione e tutto quanto è generato dal caso, ma, considerata la grandiosità e la complessità dello spettacolo, credo molto improbabile questa versione dei fatti.
                                                                                                                            
IPOTESI DEL PROCESSO DI CREAZIONE DELLA VITA NEL TEMPO

L’energia potenziale crea l’anima delle forme della vita minerale,  vegetale e animale, le anime delle forme generano il corpo materiale relativo, il corpo dell’uomo produce il cervello per dare un senso all’avventura nel tempo, raggiunta la consapevolezza si manifesta il desiderio del ritorno alle origini senza tempo dove tutta l’esperienza realizzata nella dimensione  spazio-temporale   si   trasferisce   in   una   nuova dimensione in cui passato e futuro possono coesistere in una sorta di memoria eterna. Tutto questo può significare che la vita sia al servizio di una esistenza misteriosa e non traducibile in termini accessibili al nostro cervello per cui nell’uomo le azioni dotate di libero arbitrio sono inconsapevoli ma improntate da un desiderio incontenibile di comprensione che ci riconduce alla condizione di origine. In questo panorama le altre forme della vita non umane sembrano essere espressione diretta dell’energia creatrice.

A seguire sono inserite le immagini con le relative didascalie. Per la lettura credo che sarà opportuno considerare le scritte come espressione dello scorrere del tempo e le immagini come esperienza istantanea per utilizzare insieme i due modi come chiavi per una comprensione diversa. La scrittura esprime le ragioni della materia e l’immagine manifesta l’anima dell’evento. Come dire che l’anima consente alla materia di relazionarsi con l’energia spirituale che l’ha generata.        
Questo è anche il mio modo di frequentare l’arte considerata sempre come strumento al servizio di un desiderio assoluto di conoscenza.                                                                                           
Il modello culturale che stiamo vivendo previlegia la conoscenza ottenuta dalle singole discipline separate e specializzate. Questo fatto che sembra approfondire e rendere più efficace la conoscenza delle singole materie oggetto di studio in realtà limita la nostra possibilità di capire perché credo sia molto difficile comprendere veramente i particolari se non inseriti nel panorama generale.
La nostra storia è ricca di proposte avanzate da varie  discipline con i rispettivi linguaggi e sempre convinte di dare spiegazioni per capire la nostra condizione di uomini:la filosofia, la scienza, la fantascienza, la ricerca spirituale (teologia teosofia, antropologia, antroposofia, alchimia, sciamanesimo,  taoismo, sufismo, Osho…), le religioni, l’arte, la musica, la poesia…            
Il modo più efficace che occorre utilizzare quando osserviamo e valutiamo gli aspetti più significativi della vita è l’uso contemporaneo di tutte le informazioni di cui disponiamo.
Per esempio un mio desiderio sarebbe di poter leggere un libro di filosofia, di poesia oppure ascoltare della musica insieme alle immagini proposte da artisti figurativi adeguati e disposti a collaborare con gli autori delle parole e della musica. 
                                                                                                               
In sostanza si tratterebbe di procurare contemporaneamente cibo per il cervello e per l’anima